Testimonianza di Caterina

ssA volte la vita decide di farti dei regali inaspettati.
Tu sei li, tranquillo per la tua strada, ma lei ti sorprende sempre in un modo o nell’altro. Quando mi è stato proposto di prendere parte al servizio dell’evangelizzazione, sarò sincera, non ero proprio al settimo cielo, mi sembrava inutile spendere il mio tempo per delle persone che nemmeno conoscevo e pensavo che andare per le strade ad annunciare il Vangelo fosse cosa ancora più stupida: dopotutto, chi avrebbe mai ascoltato un gruppo di ragazzi che parlavano di come Gesù avesse cambiato le loro vite? “Ci andrò solo un paio di volte, giusto per far presenza”, pensavo. La missione si è presentata in un periodo particolare: ancora scombussolata per la fine della scuola, adesso mi trovavo a far fronte al suo inizio, sempre più vicino, con una marea di compiti da svolgere e in più con tutti i dubbi e le insicurezze che una ragazzina della mia età può avere. E mi sono ritrovata all’improvviso immersa in un mondo nuovo: con la mia maglietta azzurra e il cartellino mi sentivo “invincibile” , circondata da un gruppo di “pazzi” che cantava e ballava.

Ho imparato a riconoscerne i volti, le voci, e quegli sconosciuti per cui mi sembrava inutile spendere il mio tempo, sono diventati la mia famiglia. È difficile da spiegare: è come se al mio interno fosse avvenuta una metamorfosi, le ansie, le preoccupazioni me le sono fatte scivolare addosso, ho smesso di pensare e ho cominciato a godermi quell’esperienza per davvero. Sono stati i giorni più faticosi, impegnativi e pieni della mia vita, ma sono stata ricompensata dalla soddisfazione di fine giornata, dai “grazie”e dai “ciao” che ogni missionario mi ha rivolto, da ogni sorriso, ogni sguardo che comunicava più di mille parole, dagli abbracci durante le messe (che non sono mai stati così belli) , dai canti e dai balli che la Giorgia ci ha insegnato. Ballare in spiaggia è stata un’emozione unica: vedere così tante persone disposte ad ascoltarti, ad ascoltare la tua storia, prendersi per mano e pregare ha colmato di gioia i cuori di tutti.

Certo c’è stato chi, scettico come ero io all’inizio, ha deciso di deriderci, di andarsene, ma non importa: ogni singola persona che invece è rimasta è un dono ancora più grande! Ripenso all’evangelizzazione come un’esperienza unica, meravigliosa, ma ricordo quei momenti anche con un po’ di amarezza: come tutte le cose che terminano, anche questa ha lasciato dietro di sè una “scia” di ricordi che fanno venire gli occhi lucidi soltanto a pensarci; mi vengono in mente i balli di Fabio, le risate che ci siamo fatti, Adam e il suo volere anche noi del servizio a ballare.

Come dimenticarsi della Maura e della sua allegria contagiosa, di Gianluca e della sua R moscia? Di Fedo e dei suoi quiz per l’Università, di Nicolò a cui cercavo continuamente di ‘affibbiare’un chinotto (con scarso risultato)? Per non parlare della Petra e della Sara, che si sono fatte in quattro per tenerci uniti, di don Franco che c’è e ci sarà sempre, di don Francis, del suo buonumore, del Magro e delle sue battute pessime. Leo, Teo, la Susy, la Moni… Hanno tutti contribuito a rendere stupende quelle giornate, così come le mie compagne del servizio (anche se ammetto che noi più grandi abbiamo ‘leggermente’ sfruttato le più piccole). E anche se l’anno prossimo purtroppo non ci sarà un’altra missione, costringeremo tutti a venire in vacanza a Riccione: PER LORO UN POSTO SI TROVA!!!

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